I PRINCIPALI TIPI DI INNESTO PER LE PIANTE
L’innesto a corona, di largo impiego fra i castanicoltori, consiste nell’inserimento delle marze sotto la corteccia del portainnesto, dopo aver accuratamente ripulito la superficie di taglio con un coltello da innesto.
Operando su polloni aventi un diametro di 4-5 cmad 1-1,2 metri di altezza si impiegano solitamente 2-3 marze; con diametri maggiori dovrà essere aumentato il numero delle marze.
L’esecuzione dell’innesto su polloni aventi un diametro superiore ai 5 cm è sconsigliabile, a causa dell’elevato numero di marze occorrenti e il maggior tempo necessario per la ricopertura della superficie di taglio, che può favorire l’attacco del cancro corticale.
L’innesto va eseguito quando il soggetto è in «succhio» (solitamente fine aprile-inizio maggio); la marza deve essere invece ancora in riposo.
La marza può essere tagliata nella parte rivolta verso il centro del pollone con un solo taglio leggermente obliquo, oppure con due tagli in modo da ottenere uno scalino che serve da appoggio alla marza; è consigliabile l’asportazione dl una sottile striscia di corteccia dalla parte della marza rivolta verso l’esterno.
Solitamente, per questo tipo di innesto vengono impiegate marze corte aventi due gemme sane, questo perché le marze di maggiore lunghezza si possono muovere, causando il fallimento dell’innesto.
Per evitare che le marze si muovano, notevole importanza riveste la legatura eseguita con raffia o altro materiale apposito, ed effettuata in prossimità del punto d’innesto.
Infine, la superficie di taglio e la testa delle marze vanno ricoperte con abbondante catrame da innesto o con cera a freddo, per evitarnela disidratazione. Si può utilizzare un catrame, di produzione artigianale, che consente di ottenere ottimi risultati, la cui composizione è la seguente:
pece navale 9 500,
pece greca 9 500;
cera d’api 9 80,
olio di lino o di oliva 2 cucchiai;
alcool denaturato 9 200.
L’innesto a corona pur determinando superfici di taglio relativamente ampie, presenta il vantaggio di una facile esecuzione, tale da essere consigliabile anche ad operatori poco esperti.
L’innesto a spacco va eseguito, in genere, nella prima metà di aprile; è opportuno innestare polloni aventi un diametro massimo di 4-5 cm. Le marze, preparate al momento, dovranno essere corte e fornite di 2 gemme sane.
Sul pollone capitozzato, dopo aver ripulito la superficie di taglio si pratica uno spacco diametrale con una roncola. È opportuno eseguire una stretta legatura alcuni centimetri al di sotto della superficie di taglio, per evitare che lo spacco sia troppo profondo.
Le marze, solamente una quando il pollone ha un diametro inferiore ai 2-3 centimetri, hanno la base modellata a forma di cuneo e vanno collocate in maniera tale che il loro cambio sia a contatto con quello del portainnesto.
L’innesto deve essere legato strettamente e ricoperto con abbondante catrame o cera a freddo.
Questo tipo d’innesto consente di ottenere risultati eccellenti e una saldatura, fra epibiota e soggetto, rapida e perfetta. Esso è particolarmente efficace se eseguito su polloni di diametro inferiore ai 2-3 centimetri e con una sola marza.
Anche l’innesto a zufolo, detto pure ad anello, permette di ottenere ottimi risultati; la parte apicale del portainnesto, che rimane spesso scoperta, è però facilmente attaccata dal «cancro della corteccia».
L’innesto si può eseguire non appena il soggetto e la marza sono in succhio (dalla meta di aprile in poi).
Il portainnesto deve essere capitozzato all’altezza a cui si intende eseguire l’innesto; si devono praticare 3-4 tagli verticali nella corteccia, lunghi alcuni centimetri, e quindi la si stacca.
A questo punto si preleva un ramo della varietà che si intende propagare e se ne asporta un anello di corteccia, comprendente una gemma. Si inserisce l’anello sul portainnesto e lo si fa scivolare verso il basso fino a quando questo si blocca.
I lembi di corteccia del portainnesto possono essere indifferentemente asportati o riuniti verso l’alto.
La eventuale parte di legno del portainnesto che rimane al di sopra dell’anello deve essere raschiata con un coltello. Non è necessario l’uso del mastice.
Questo tipo di innesto comporta, oltre ad una notevole perizia dell’operatore, un considerevole spreco di materiale,di moltiplicazione che, come è noto, è sempre difficilmente reperibile.
Con l’innesto a scaglia o alla majorchina, praticano nel soggetto due tagli convergenti in modo tale da asportare una porzione di corteccia e di legno.
Per quanto riguarda la marza, si devono praticare un taglio inclinato di 45° verso il basso a circa mezzo centimetro sotto una gemma e un taglio di un centimetro al di sopra di questa, in modo tale che si congiungano.
Per avere un buon attecchimento, la parte asportata dal soggetto deve corrispondere alle dimensioni della scaglia.
La scaglia deve essere legata saldamente e ricoperta con cera da innesto; si deve avere l’avvertenza di non coprire la gemma.
Per questo tipo d’innesto è possibile impiegare sia gemme prelevate al momento, sia gemme frigoconservate, quindi si possono effettuare, rispettivamente, innesti sia alla fine dell’estate, sia alla fine di aprile-inizio maggio.