Monumenti
Il patrimonio storico-culturale
Santuario dei Lattani
Chiesa di tutti i Santi
Chiesa di S. Nicola di Bari
Chiesa e Convento di S. Domenico
Chiesa di S. Michele Arcangelo
Villa comunale e Monumento ai caduti
Santuario di Maria SS. dei Làttani
Il complesso del Santuario di Maria SS. dei Lattani è tra i più noti in Campania. La struttura comprendela Chiesa, il Romitaggio di S. Bernardino, il Chiostro, il Convento ed il Cortile.
Secondo la tradizione, la sacra immagine della Madonna fu scoperta all’interno di una grotta da un pastore impegnato a sorvegliare il proprio gregge di capre, intorno al 1430. La notizia si sarebbe diffusa con velocità in tutto il territorio circostante, tanto da attirare in pellegrinaggio S. Bernardino da Siena e S. Giacomo, i quali avrebbero fatto così costruire un tempio degno dell’evento. Una prima cappella, dunque, sarebbe stata inglobata nell’impianto di una chiesa romanica (1430), a sua volta parte di una struttura in stile gotico terminata solo tra il 1448 ed il 1507 e successivamente restaurata (1962 – 1966).
La costruzione è preceduta da un’imponente scalinata in pietra locale mediante cui si accede ad un portico in stile gotico, poggiante su quattro archi, ciascuno con tre file di nervature concentriche, in pietra basaltica locale.
L’interno della chiesa è ad una sola navata, coperta da volte a crociera sorrette da raffinati pilastri. Diverse finestre archiacute lasciano filtrare una luce soffusa, che avvolge le pareti ed i fedeli di un’atmosfera singolare.
All’interno della struttura, sul lato sinistro, è la cappella della Madonna, cui si accede attraverso tre larghi gradini. Una balaustra di marmo bianco ed alti cancelli di ferro montati in ottone custodiscono l’Immagine sacra in pietra basaltica. L’architettura della volta a cupola e le decorazioni sono in stile barocco, così come i due grandi affreschi che coprono le pareti laterali e l’Altare Maggiore, in lastre marmoree bianche e nere, fatto costruire nel 1638 e restaurato nel 1733 con l’aggiunta di un artistico paliotto.
Sul lato destro del complesso si sviluppa un chiostro rettangolare, circondato da colonne di forma e diametro differenti, su cui s’impianta parte del dormitorio dei frati francescani.
I dipinti conservati lungo i muri sono di straordinario interesse, così come quelli delle volte, eseguiti da Padre Tommaso di Nola tra il 1630 ed il 1637.
Entrando, sul lato sinistro del cortile di accesso, si osserva il Romitaggio di S. Bernardino, costruito verosimilmente prima della cappella originaria per accogliere i pellegrini, sulla cui facciata si riconosce una finestra di medie dimensioni ornata superiormente da una splendida rosa a traforo.
Sul lato opposto della struttura, libero da costruzioni, un panorama di castagni e piccoli borghi circonda l’intero complesso come fosse un abbraccio.
Chiesa Collegiata di Santa Maria Maggiore
La chiesa sorge nella piazza principale della città. L’ impianto originario è databile agli inizi dell’XI secolo, con successive trasformazioni ed ampliamenti.
All’interno si accede passando per due atri chiusi da cancelli di ferro e attraverso un portale in pietra basaltica. Si tratta di una struttura a tre navate congiunte da dieci arcate che si sviluppano a partire da otto colonne. Altre tre arcate simili si trovano all’ingresso a sostegno dell’Organo e della Cantoria.
Al centro del Presbiterio è collocato l’altare maggiore, fatto costruire nel 1739. Questo è chiuso da una balaustra in marmo e custodisce un raffinato Tabernacolo di forma circolare con quattro colonnette cilindriche ai due lati, pure in marmo policromo, datato al 1816.
Dietro all’altare è il Coro in legno lucido con gli stalli per i canonici e, in fondo alla parete, una tela con l’immagine dell’Assunta del 1763.
Di notevole interesse è il campanile: misura circa40 metridi altezza e si sviluppa in cinque ripiani di forma ottagonale, l’ultimo dei quali chiuso da una balaustra di ferro terminante in una cupola a mattonelle maiolicate. Sulla facciata del basamento è collocato il pubblico orologio, di forma rettangolare, decorato con piastrelle di maiolica smaltate e colorate a fuoco, sulla cui superficie sono impresse le figure del sole, della luna e parte del paesaggio di Roccamonfina. Al di sotto di esso si trovano riprodotti lo stemma della città ed i simboli delle quattro stagioni.
Chiesa di tutti i Santi
La chiesa sorge nella frazione di Ciccioni. La struttura risale agli inizi del Mille, come attestato in particolare dal ritrovamento di una losanga, con iscrizione “1191”, da parte del parroco D. Alfredo Aurigemma nel 1934, durante alcuni lavori di restauro. Dopo il terremoto del 1930 ed i successivi interventi di manutenzione, furono portati alla luce, al di sotto dell’intonaco bianco relativo all’ultimo impianto, un arco in pietra del 1525 ed un affresco dello stesso periodo con l’immagine della Madonna del Carmine tra S. Carlo Borromeo e S. Antonio di Padova, che documentano lo sviluppo di un’ulteriore fase significativa per il complesso.
La chiesa conserva quattro dei cinque altari originari, tutti in marmo del secolo scorso, come le mattonelle esagonali realizzate per volere del parroco D. Giustiniano Petteruti.
Chiesa di S. Nicola di Bari
La chiesa sorge nella frazione Garofali. Dell’impianto originario del XVI secolo si conserva la struttura a tre navate ed un battistero di notevole pregio databile al 1558.
L’altare maggiore è posto in fondo alla navata centrale ed è in marmo antico colorato, diversamente dagli altari addossati alle navate laterali, in pietra e con predella in cemento armato bianco.
Chiesa e Convento di S. Domenico
La prima sistemazione del complesso risale al XVII secolo. Attraverso un’imponente scala si accede all’interno della chiesa, che conserva tre navate sostenute da volte finemente stuccate. In fondo alla navata centrale è l’altare maggiore, in marmo, con tre gradini e predella in legno. Alle spalle si sviluppa il coro dei Domenicani, con numerosi stalli in legno purtroppo attualmente mal conservati.
Nelle navate laterali sono posti altari in pietra di più piccole dimensioni. Accanto alla navata di destra è il magnifico campanile, più volte restaurato nel corso dei secoli insieme alla cupola rivestita da bianche mattonelle levigate.
Chiesa di S. Michele Arcangelo
La chiesa è collocata al centro della frazione Gallo e risale, con molta probabilità, alla prima metà del XVII secolo. L’impianto è a tre navate, definite da una doppia fila di colonne. Degli undici altari originari, se ne conservano solo tre, tutti d’interessante valore. In particolare, l’altare maggiore, posto in fondo alla navata centrale, presenta ancora il proprio rivestimento in marmi policromi ed è circondato dall’antico Presbiterio, che risulta isolato dal restante spazio mediante una balaustra marmorea. Alle sue spalle è un Coro di legno lucido con diversi stalli per i canonici. Nella navata laterale sinistra, accanto alla porta d’ingresso più piccola, si trova un battistero di marmo del 1634. Il pavimento, di poco precedente, fu invece rimosso nel1935 inogni sua parte.
Villa comunale e Monumento ai caduti
La Villa Comunale è di forma ellittica ed occupa quasi per intero lo spazio della piazza principale della città. Custodisce al suo interno piante ornamentali di particolare pregio, alcune fatte collocare nel 1616 dall’Università di Roccamonfina in accordo conla DuchessaD.Elena Aldobrandini. Più volte restaurata, a partire dagli inizi del 1700 con opere di sistemazione ed abbellimento, ospita dal 1929 un Monumento ai caduti della Grande Guerra. Il valore della struttura commemorativa è accresciuto dall’utilizzo di una colonnina in granito orientale, su cui è posta una statua raffigurante una Vittoria alata alta circa3 metri, oltre allo stemma del Comune. Si tratta di un reperto archeologico importante, con ogni probabilità di età pre-romana e di certo appartenuto ad un tempio pagano, donato dalla curia vescovile di Teano agli inizi del secolo scorso.
Il dado sul quale è posto il pilastro è ornato da due bassorilievi di Vincenzo Meconio raffigurantila Pietàela Madre, che incorniciano, sul fronte, una lapide in marmo con epigrafe incisa.
Ricerca storica a cura della Work in Progress